Chi sono i soggetti ad alto potenziale?
Il termine potenziale indica un’area di sviluppo posseduta da tutti, secondo caratteristiche individuali di natura biologica, che si attiva grazie alle stimolazioni del contesto (famiglia, scuola, pari, contesto socio-culturale, ecc.) e che consente a ciascuno di sviluppare abilità specifiche. La quantità e la qualità delle stimolazioni e delle esperienze offerte dai contesti di crescita consente o meno di realizzare le potenzialità individuali. I soggetti ad alto potenziale sono individui dotati di possibilità di sviluppo superiori alla media. Queste possono riferirsi ad ambiti molto diversi tra loro. scolastico, artistico, motorio e socio-emotivo, ecc.; anche se molto spesso la definizione e i programmi di potenziamento si riferiscono al solo ambito cognitivo.
Alto potenziale, talento e plusdotazione sono sinonimi?
Con talento si intende una predisposizione particolare e innata che può manifestarsi in una o più aree di vita del bambino. Non è sufficiente avere il talento per conseguire risultati elevati, infatti vi sono bambini e ragazzi che pur possedendo un buon potenziale in una determinata area, non riescono a realizzarlo (sono i cosiddetti “underachievers”): senz’altro il contesto e gli aspetti motivazionali giocano un ruolo determinante. I bambini che riescono a sviluppare un talento particolare mostrano nell’esecuzione del compito un livello di impegno e di creatività che permette loro di conseguire risultati migliori se confrontanti con bambini di pari età ed esperienza. Attenzione però: non cadiamo nell’errore di pensare che tutti i bambini dotati siano dei geni, come non tutti coloro che hanno raggiunto risultati straordinari sono stati bambini superdotati. Il termine plusdotazione (o giftedness) "[…] è usato in due accezioni: per definire soggetti con un livello di abilità generale molto al di sopra della media, oppure soggetti dotati di un talento eccezionale in un campo specifico, come la musica, la matematica o altro. “I soggetti capaci di alte prestazioni sono coloro che hanno dimostrato successo e/o abilità potenziali in una o più delle seguenti aree: abilità intellettuale generale, attitudine in uno specifico ambito accademico, pensiero creativo o propositivo, abilità di leadership, arti visive e pratiche, abilità psicomotoria.”
Mi sembra che mio figlio sia particolarmente sveglio, che abbia una marcia in più. Come posso sapere se è plusdotato?
Il bambino brillante: conosce le risposte, è interessato, è attento, ha buone idee, lavora sodo, risponde alle domande, è il migliore del gruppo, ascolta con interesse, impara con facilità, diventa competente dopo 6 o 8 ripetizioni, comprende le idee, si diverte con i coetanei, coglie il significato, porta a termine i compiti, è ricettivo, riproduce con precisione, ama la scuola, assorbe le informazioni, è un buon tecnico, ha un’ottima memoria, ama le spiegazioni ordinate, è attento, è soddisfatto di imparare.
Il bambino plusdotato: pone domande, è estremamente curioso, è coinvolto mentalmente e fisicamente, ha idee strane e bizzarre, bighellona, ma nelle prove riesce bene, discute i dettagli, elabora, è al di là del gruppo, manifesta pareri e sentimenti molto forti, conosce già, diventa competente dopo 1 o 2 ripetizioni, costruisce astrazioni, preferisce gli adulti, trae inferenze, dà inizio a progetti, è appassionato, disegna cose nuove, ama imparare, manipola le informazioni, è un inventore, ha un’ottima memoria, gode della complessità, è un acuto osservatore, è estremamente autocritico.
Come posso aiutare mio figlio a sviluppare al meglio il suo potenziale?
I consigli che diamo sono solo indicazioni generali che derivano dall’esperienza di chi si è occupato del tema. La prima cosa da fare è prestare attenzione sia al proprio stile genitoriale sia ai tratti della personalità del bambino. E’ importante concentrarsi sugli aspetti positivi del suo comportamento, permettergli di avere tempo libero a disposizione ed essere con lui sia autorevoli che permissivi. La disciplina non deve consistere solo in divieti. I bambini devono avere responsabilità adeguate alla loro natura e alla loro età. Le regole devono essere poche, ragionevoli e applicate coerentemente. E’ bene che l’ambiente di vita sia ricco di materiali e di opportunità di esplorazione. Per evitare lo stress, i bambini devono stare bene fisicamente ed essere rilassati, devono imparare a gestire gli impegni senza esserne sopraffatti e devono poter contare su modelli positivi. La creatività richiede un ambiente che la nutra e l’aiuti ad esprimersi. E’ bene permettere al bambino anche momenti di regressione, di solitudine e di pensiero divergente. Il bambino deve essere aiutato a pensare criticamente, a risolvere problemi, a dotarsi di abilità di studio. Non si deve temere di usare i normali problemi familiari e gli eventuali conflitti per aiutarlo a strutturare la propria abilità di pensiero. Rendete l’apprendimento divertente. Impegnarsi sempre e non divertirsi mai non aiuta nessuno. Cercate di mantenere un buon equilibrio tra “attività strutturate e non” per tutta la famiglia.
In diverse caratteristiche del bambino plusdotato ritrovo tratti di mio figlio. In lui però vi sono anche aspetti problematici che non vedo citati.
Molti genitori che si sono rivolti agli specialisti l’hanno fatto per avere un aiuto. I loro figli infatti
Ci sono atteggiamenti che possono limitare lo sviluppo della creatività dei bambini dotati?
Certamente! Il primo è senz’altro quello di insistere affinché i bambini facciano le cose “nel modo giusto”. Insegnare ai bambini che c’è solo un modo giusto di fare le cose spegne l’esigenza di cercare nuove soluzioni. Un altro è premere affinché i bambini siano realistici e smettano di sognare ad occhi aperti. Quando etichettiamo i voli di fantasia di un bambino come “sciocchezze” riportiamo il bambino a terra i modo brutale e facciamo sì che la creatività si rattrappisca e muoia. Un altro grave errore è fare paragoni con altri bambini. Si tratta di una sottile pressione a conformarsi: non bisogna dimenticare mai che l’essenza della creatività è la libertà di conformarsi o meno. Infine bisogna evitare di scoraggiare la curiosità dei bambini. Uno degli indicatori più sicuri della creatività è la curiosità, eppure spesso l’essere troppo impegnati porta a considerare le loro domande come “oziose” e “petulanti”. Le domande dei bambini meritano sempre rispetto.
E’ possibile che un bambino plusdotato riceva erroneamente una diagnosi di Disturbo da Deficit di Attenzione?
In effetti comportamenti tipici di bambini con Disturbo da Deficit di Attenzione (ADD) e Iperattività (ADHD), come ad esempio aver problemi a rimanere seduti, a rispettare il proprio turno, essere irrequieti e impulsivi, estraniarsi, possono anche essere esibiti anche da bambini ad alta capacità. Si tenga presente, in generale, che i bambini ad alta abilità non avranno alcuna difficoltà a dare ragione del loro comportamento, mentre è molto improbabile che un bambino con ADD / ADHD sia in grado di farlo. Ancora: un bambino di talento affaccendato in molte attività può apparire distratto ad un insegnante, ma sarà in grado di ripetere quanto è stato detto. Un bambino con ADD / ADHD, al contrario, perderà blocchi di informazioni perché non è possibile per lui metterli a fuoco; un bambino dotato, se coinvolto in argomenti per lui affascinanti e di grande interesse presterà la massima attenzione, mentre non ci sono argomenti o livelli di interesse che possano favorire l’attenzione di un bambino con ADD/ADHD. La chiave per operare le opportune distinzioni è osservare la pervasività dei comportamenti impulsivi. Se questi si manifestano in alcune specifiche situazioni, la spiegazione può essere ritrovata più probabilmente nella plusdotazione, se si manifestano in tutte le situazioni è più probabile che si tratti di ADD/ADHD. In effetti ci sono anche bambini dotati affetti da ADD/ADHD. In tal caso sarà bene consultare uno specialista con competenza in entrambi gli ambiti.
Cosa può fare un genitore se sospetta che il proprio figlio stia perdendo motivazione allo studio?
Il nostro consiglio è di non esitare a mettersi in contatto con la scuola tenendo presente, però, che l’ atteggiamento non deve essere quello di chi si aspetta che l’insegnante sia in grado di risolvere immediatamente il problema. La prima raccomandazione è tener presente che insegnanti e genitori devono muoversi nella comune direzione di ricercare e promuovere ciò che è bene per i bambini: nessuno ha in mano in modo esclusivo le informazioni necessarie a prendere delle buone decisioni. La collaborazione tra insegnanti e genitori è importantissima e di estremo beneficio per i bambini. Mentre vi preparate all’appuntamento mettete a fuoco che cosa vi aspettate che emerga dalla conversazione e siate pronti ad ascoltare il punto di vista del docente in merito alla situazione: la sua prospettiva potrebbe essere diversa dalla vostra e offrire elementi di valutazione più ampi. Tenete anche presente che oggi, soprattutto nel nostro paese, la scuola sta vivendo un momento in cui le risorse finanziarie sono sempre più limitate e ciò riduce la possibilità di elaborare progetti di potenziamento individualizzati. Infine, considerate le modalità che vi permettono realisticamente di contribuire a migliorare la riuscita scolastica e la motivazione all’apprendimento di vostro figlio. Ad esempio, non spingeteli verso la competizione, favorite atteggiamenti di cooperazione e stima reciproca (ci sono bambini meno pronti quanto ad abilità cognitive, ma umanamente molto ricchi e ammirevoli), mostrate interesse per ciò che sta imparando, quando apprezzate chi ottiene il successo sottolineate, più del talento, la tenacia, la forza d’animo di fronte alla frustrazione, la capacità di nutrire alte ambizioni, ecc.. Un aspetto piuttosto critico nei bambini dotati è la difficoltà ad autodisciplinarsi: poichè sperimentano sin da piccoli una relativa facilità nell’apprendimento e nella soluzione dei problemi, possono convincersi che a garantire il successo non è tanto lo sforzo personale investito quanto la loro innata abilità. Si tratta di un atteggiamento controproducente perché, in caso di fallimento, anziché mettere in discussione un metodo ed eventualmente sostituirlo, rischieranno di mettere in gioco la propria autostima con effetti ben più importanti.
Ci sono atteggiamenti che gli insegnanti possono tenere per favorire lo sviluppo delle potenzialità dei bambini dotati?
Come abbiamo suggerito ai genitori così raccomandiamo agli insegnanti di ricercarne la collaborazione. Il bene dei bambini deve essere l’obiettivo comune e la sua individuazione può nascere solo dal contributo reciproco. Durante l’attività didattica consigliamo di non insistere tanto sul possesso di contenuti (comunque necessari) quanto sui processi cognitivi coinvolti nell’apprendimento: l’attenzione, il ragionamento, l’espressione di quanto è appreso. E’ importante, quando si introduce un nuovo argomento, che venga inserito all’interno di una cornice concettuale ben definita e dichiarata. Nella predisposizione dei materiali ci si assicuri che siano qualitativamente molto elevati e che i livelli di lettura e di analisi degli stessi richiedano risposte complesse. Il linguaggio utilizzato durante le attività didattiche sia tecnicamente appropriato e non una versione semplificata dello stesso. L’approccio preferito sia quello che incoraggia gli alunni a fare domande, che stimola il pensiero critico, quello creativo ed i processi di “problem solving”. E’ bene dare agli alunni il tempo di riflettere prima di rispondere alle domande o durante i dibattiti, spingendoli a pensare in prima persona, sollecitando la discussione degli argomenti in profondità. Consentire l’umorismo favorisce la creatività, così come condividere ciò che si pensa, si progetta, si decide. Quando si sospetta l’esistenza di blocchi che limitano il pensiero critico e creativo nei bambini; ci si adoperi attivamente per rimuoverli attraverso il potenziamento dell’autostima e dell’autoefficacia.